SPERANZA D’AMORE (mio 4° romanzo rosa storico) I Paragrafo d’assaggio!!!

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1756, Porto, Palacio do Freixo

 

        “Baronessa Da Costa dove siete?” La voce stridula di Maria, la sua cameriera personale, risuonava nel parco del palazzo Freixo. Doroteia aveva cercato un po’ di calma nei giardini che si affacciavano sul fiume Douro. Lo scorrere dell’acqua, quando era tranquillo e lento, cullava i suoi pensieri e  leniva le sue ferite. “Sono qua! Non vi allarmate”. La ragazza l’aveva raggiunta in tutta fretta. “Vostro padre vi sta cercando. E’ arrivato il marchese Armando Silva e desidera vedervi prima possibile”. Questa era la sua preoccupazione ricorrente e, per quanto cercasse svago nella meravigliosa dimora che abitava, non riusciva a trovare pace. Il suo futuro sposo era onnipresente ma a lei poco gradito. Non aveva avuto altra scelta se non quella di acconsentire ad un’unione già decisa dal padre. Il marchese era così in stretto rapporto con il re, José I, da non poter perdere una proposta di matrimonio così propizia. La sua famiglia avrebbe migliorato la propria posizione sociale notevolmente e suo padre avrebbe acquisito un posto di rilievo nelle grazie del sovrano. Molte nobildonne portoghesi avrebbero voluto essere al suo posto, non solo per il titolo che avrebbe acquisito ma anche perché il signor Armando era davvero molto bello. Inizialmente aveva creduto di amarlo poi, conoscendolo meglio, si era sentita incompresa e sola. Gli raccontava le sue aspettative, i suoi sogni e i suoi interessi; lui sembrava ascoltarla ma poi dimenticava tutto. Alla fine aveva deciso di tenersi tutto per se. Così ogni giorno la sua tristezza e il suo isolamento aumentavano sempre di più. Doroteia sapeva di essere particolarmente carina ma non faceva niente per mettersi in mostra. Aveva lunghi capelli castano scuri, una carnagione ambrata e grandi occhi marroni che mettevano a nudo la sua anima. “Dite loro che li raggiungo subito!” Aveva guardato Maria allontanarsi in tutta fretta per portare la notizia al barone Da Costa prima che perdesse la pazienza per la lunga attesa. Poi aveva salito piano gli scalini del grande giardino che si affacciava sul Douro per dirigersi verso la grande porta d’ingresso del sontuoso palazzo Freixo. Durante il tragitto si ripeteva che doveva essere felice per quello che la sorte le aveva regalato. Un vita agiata in un luogo incantevole e un futuro marito ricco e giovane. Altre ragazze della sua stessa età, ventiquattro anni, erano andate in spose ad uomini molto più anziani di loro. Fortunatamente, agli occhi del padre, la posizione sociale del marchese Silva lo aveva fatto prevalere su altri pretendenti, più vecchi ed anche più facoltosi. Aveva molti possedimenti terrieri in tutto il Portogallo ed anche in Brasile, da cui esportava oro e pietre preziose. Decisa ad entrare dalla parte posteriore del palazzo, si era girata un’ultima volta verso il fiume prima di oltrepassare il grande portone, a cui si accedeva da un’imponente scala in pietra. L’architetto italiano Nicola Nasoni, famoso nella città di Porto e di Vila Nova de Gaia per le sue innumerevoli opere, aveva realizzato una struttura in tipico stile barocco italiano. L’edificio era stato concepito in pianta quadrangolare con quattro grandi torrioni a forma piramidale. Le facciate erano completamente bianche ma arricchite con pietra serena che contornava le finestre abbellite da ghirlande di fiori, maschere, medaglioni e stemmi della famiglia Tavora e Noronha, proprietari della dimora. La balaustra sopra l’ultimo piano era impreziosita da finti vasi in pietra. L’interno era ricco e così sontuoso da togliere il respiro. Ovunque si potevano ammirare stucchi e meravigliose mattonelle dipinte, tipiche della cultura portoghese. La sala più famosa era quella degli specchi, una piacevole imitazione della reggia di Versailles. La semplicità non abitava certo quelle stanze. Quando aveva bussato alla porta del padre il cameriere José era corso a riceverla con un grande inchino. Il marchese si era alzato per andarle incontro. Alto, occhi scuri e capelli castano chiari non passava inosservato. Eppure il suo cuore non aveva dato il minimo segno di emozione. Aveva sentito dire che quando si incrociava lo sguardo della persona amata il respiro sembrava fermarsi. Gli stessi sonetti di Luis Vaz de Camões ne erano una prova. Quelle frasi struggenti dimostravano quanto l’amore doveva essere fondamentale nella vita di ogni essere umano. “Eccovi qua. Finalmente vi abbiamo fatta cercare ovunque. Ma dove vi eravate cacciata?” Solo quella sfilza di domande insulse l’avevano mandata fuori di testa. Come faceva, dopo mesi che la frequentava, a non immaginarsi dove potesse essersi rifugiata?

Immagine del Palazzo Freixo prima del restauro. Oggi è diventato una bellissima pousada portoghese (Hotel a %5 stelle, extra lusso) visibile sul sito della catena hotel statale: http://www.pousadas.pt/historicalhotels/EN/pousadas/Portugal/Norte/PalaciodoFreixo/home/

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